sabato, Luglio 27, 2024
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Polfer: il bilancio settimanale dell’attività della Polizia di Stato nelle stazioni ferroviarie del Veneto

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VENEZIA – 2 arrestati, 12 indagati e 1.864 persone controllate; 194 le pattuglie impegnate in stazione, 11 i servizi antiborseggio in abiti civili,  7 i treni su cui sono stati svolti specifici servizi di vigilanza e 19 i servizi di pattuglia lungo le tratte ferroviarie di competenza: è questo il bilancio dell’attività della Polizia Ferroviaria del Compartimento per il Veneto, nella settimana appena trascorsa, in ambito regionale, in particolare nelle stazioni di Venezia S. Lucia e Padova.

Nella stazione di Venezia S. Lucia un 51enne è stato arrestato perché destinatario di un provvedimento restrittivo, emesso dal Tribunale di Lanciano (CH), dovendo espiare la pena di 1 anno, 10 mesi e 19 giorni per incendio, furto, ricettazione e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.  L’uomo, che si aggirava per lo scalo, è stato fermato per un controllo da una pattuglia della Polizia Ferroviaria in servizio di vigilanza.

Lo scorso 27 luglio si è svolta anche l’operazione “Stazioni Sicure”: una giornata di controlli straordinari, promossa su scala nazionale dal Servizio Polizia Ferroviaria, durante la quale i servizi sono stati potenziati per il contrasto delle attività illecite e per la prevenzione di possibili azioni improntate all’illegalità. 

435 le persone controllate, 64 gli agenti Polfer impiegati e 13 gli scali ferroviari presenziati, dove le verifiche sono state estese anche su oltre una cinquantina  di  bagagli, sia  depositati che al seguito di viaggiatori. 

Nella stazione di Treviso e in quella di Venezia-Mestre 2 persone sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria per inottemperanza al provvedimento di  divieto di ritorno nel Comune e rifiuto a declinare le generalità; 1 sanzione è stata elevata per il mancato rispetto del regolamento di Polizia Ferroviaria.

I controlli sono stati effettuati nella stazione di Mestre con l’ausilio del personale del Reparto Prevenzione Crimine della Questura di Venezia; l’impiego di metal detector portatili e di smartphone, per la verifica in tempo reale dei documenti di identità, ha agevolato e velocizzato le procedure di identificazione.

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