lunedì, Dicembre 9, 2024
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Chiede la chiusura del contatore nell’abitazione della madre deceduta ma le disattivano il suo. Commessa mestrina si affida all’Adico

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MESTRE – Forse l’assonanza fra i nomi delle due strade, via Bissagola-via Baldissera, può aver tratto in inganno. Ma, in realtà, la causa del grossolano errore non è nota e forse non lo sarà mai. Fatto sta che dallo scorso martedì (e fino a venerdì) E.M., commessa mestrina, che ha anche una bambina piccola, è rimasta senza riscaldamento, acqua calda e gas per i fornelli. Il motivo, però, non è legato a una morosità o a una voltura riuscita male. Il problema, piuttosto, parte da un malinteso (per usare un eufemismo) che, come detto, non è ancora spiegabile. E.M., infatti, a fine gennaio si è rivolta al proprio fornitore di luce e gas, un’azienda online con sede a Bologna, per richiedere la chiusura del contatore della madre deceduta a ottobre, residente in una abitazione di via Bissagola servita dalla medesima ditta. Purtroppo, però, è stato chiuso il contatore sbagliato, ovvero quello della commessa, che si trova in via Baldissera, sempre a Mestre. Così la scorsa settimana E.M. si è rivolta all’Adico per richiedere l’immediata riattivazione del proprio contatore, cosa che è avvenuta venerdì 18, con un altro fornitore il quale, con ogni probabilità, addebiterà nella prima fattura di pagamento proprio i costi di riattivazione.   

E’ una vicenda grottesca, ce ne rendiamo conto – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico -. Vista la documentazione che ci ha fatto visionare la nostra socia, è di sicuro palese che lei non abbia commesso errori sulla propria richiesta di chiusura contatore. Crediamo che il fornitore abbia dato le indicazioni inesatte a Italgas che è dunque intervenuta nell’abitazione sbagliata. Questa disattenzione ha creato disagi pesanti perché stare senza riscaldamento e acqua calda d’inverno non è per nulla agevole soprattutto se si ha una bimba piccola”. 

Ora l’ufficio legale dell’Adico monitorerà l’evoluzione di questa paradossale vicenda, cercando di scongiurare soprattutto nuovi costi per la propria socia. “E’ quasi certo che ci siano nuove spese per l’attivazione – conclude Garofolini -. E, se ci pensiamo, questo rappresenta una vera beffa, dato che la nostra assistita non ha alcuna colpa. Nel caso valuteremo un rimborso da parte dell’azienda che ha commesso l’errore e siamo convinti che l’ex fornitore non si opporrà alla richiesta”.  

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